Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Gender Fluid

Eric Clapton: Life in 12 Bars. Il Docu-Film

Questo documentario, diretto dal premio Oscar Lili Fini Zanuck e montato da Chris King (Amy, Senna, Exit Through The Gift Shop), racconta al pubblico una storia intima e profonda partendo da una prospettiva inedita, che riesce a cogliere i vertiginosi passaggi tra gli alti e i bassi della vita pubblica e privata di Clapton. Un racconto reso ancor più personale grazie all’uso della voice-over dello stesso Clapton, realizzato mettendo insieme interviste storiche e recenti e contributi offerti dai suoi più stretti collaboratori, dagli amici e dalla famiglia.
Grazie all’accesso esclusivo al vasto archivio privato di Eric Clapton – che comprende le sue più celebri esibizioni, alcune riprese nei backstage, foto famose e inedite, lettere e diari personali – il film permette di capire come la vita di un artista ambizioso dal talento assoluto sia stata segnata dalle tragedie personali, dal sacrificio e dalla droga.
All’origine di tutto c’è l’infanzia traumatica di Clapton. Cresciuto circondato da segreti, la destabilizzante rivelazione fattagli dalla madre biologica ha fatto emergere in lui una rabbia autodistruttiva e un senso amaro di diffidenza nei confronti del mondo. Il trauma psicologico lo ha accompagnato per tutta la vita, influenzando la sua arte, le sue ossessioni e le sue amicizie professionali.
Tuttavia Clapton è un sopravvissuto che ha cercato di sfuggire alla dura realtà dedicandosi con tutte le sue forze al blues. Non si è mai fermato e nel suo continuo percorso di ricerca espressiva, volto a dar forma e a far crescere il suo talento musicale, ha spesso sorpreso i suoi fan abbandonando regolarmente band di successo, dai rivoluzionari Yardbirds ai famosissimi Cream.
Nel film si assiste all’evoluzione del suo percorso professionale e a come esso si iscrive nel panorama musicale dell’epoca. Pochissimi altri artisti possono dire di aver influenzato le vite di tanti altri grandi musicisti, così come ha fatto Clapton, che si è esibito con i Beatles, ha duettato con Aretha Franklin, si è innamorato della moglie di George Harrison, Pattie Boyd, e frequentava Jimi Hendrix, che lo definiva “the fairest soul brother in England”.
Ma la tragedia ha continuato ad aleggiare sulla vita di Clapton. Dopo la sua dipendenza dalla cocaina e dall’eroina, dopo un periodo di astinenza, trova rifugio nell’alcool. Come racconta lo stesso Clapton: ‘Nei momenti più bui, la sola ragione per cui non mi sono suicidato è stato il pensiero che se fossi morto non avrei più potuto bere’. Non molto tempo dopo Eric ha dovuto affrontare la più grande tragedia della sua vita, perdendo il figlio in un terribile incidente. Miracolosamente però è riuscito a riemergere producendo il suo album di maggior successo, che include una delle sue canzoni più personali e catartiche.
Questo periodo doloroso gli ha permesso di passare ad una nuova fase della sua vita e, anziché ricorrere di nuovo alle droghe e all’alcool, è riuscito a trovare forza e consolazione nella musica, nella sobrietà e in una relazione sana e felice. Adesso, poco più che settantenne, Clapton, padre e marito amorevole, continua ad esibirsi in concerti da tutto esaurito e resta una delle figure più rappresentative e intramontabili del mondo musicale.

Acquista su Amazon:
Eric Clapton: Life in 12 Bars
Regista: Lili Fini Zanuck
Formato: Blu-ray, PAL
Audio: Italiano (Dolby Digital 2.0)
Sottotitoli: Italiano
Regione: Regione B (Maggiori informazioni su Formati Blu-ray.)
Numero di dischi: 1
Studio: Warner Bros
Data versione DVD: 27 giu. 2018

Note di regia di Lili Fini Zanuck
Conosco Eric da 25 anni e un giorno a pranzo mi ha confessato che in passato molti gli avevano chiesto di poter fare un documentario sulla sua vita ma che lui avrebbe acconsentito solo se fossi stata io a dirigerlo. La mia esperienza da regista e produttrice per il cinema e la televisione non comprendeva documentari. Ma ovviamente ho accettato.
Ho capito subito che avrei avuto bisogno di avere al mio fianco il miglior produttore in circolazione e la miglior squadra possibile. Così mi sono messa a studiare e il nome che è emerso dalle mie ricerche è stato quello di John Battsek e della Passion Pictures e lui è salito a bordo con entusiasmo. Eravamo anche felicissimi all’idea che Chris King avesse accettato di montare il film, visto che sia John che io ammiriamo moltissimo il suo lavoro.
Realizzare un documentario è una cosa molto diversa dal realizzare un film. Non puoi basarti su una sceneggiatura, ma devi creare la narrazione in modo più organico, attraverso le interviste e gli archivi. Per cui il montatore è un vero collaboratore che lavora in tandem con il regista per dar forma alla storia, e a me è piaciuto molto lavorare con Chris. Lui si è occupato dei materiali di archivio, mentre io ho lavorato alle interviste che ho fatto ad Eric. In fondo è come se entrambi stessimo scrivendo una sceneggiatura mano a mano che procedevamo nel lavoro, anche se ci sono
stati dei momenti in cui non avevamo alcuna idea di quale direzione avrebbe preso la storia.
Quando dirigo sono abituata ad avere un maggior margine di controllo, per cui devo ammettere che questo aspetto è stato per me un elemento totalmente nuovo da affrontare. D’altro canto, nei momenti di maggior frustrazione, è consolante sapere di avere qualcuno accanto con cui condividere dubbi e problemi.
Le molte ore di interviste fatte a Eric si sono rivelate straordinarie. Nonostante la nostra amicizia duri da 25 anni, ho scelto di comportarmi come se non lo conoscessi. Credo che questo abbia funzionato per entrambi. Quando siamo insieme ci sentiamo a nostro agio e, siccome esiste tra noi una profonda fiducia reciproca, ci siamo ritrovati a discutere di cose di cui non avevamo mai parlato prima, perfino di cose alle quali Eric non aveva neanche mai pensato, o che aveva dimenticato. Credo che per lui si sia trattato di un processo profondamente catartico. E’ una persona molto riservata ma fa parte della sua natura essere interessato alla verità e non ha problemi a parlare delle sue debolezze, infondendo così onestà nel film. Questa esperienza mi ha arricchito molto, e questo è stato uno degli aspetti più gratificanti del documentario. Mi ha legato ad Eric ancora di più.
La forza delle interviste implica che, per quanto alcune vicende fossero note al pubblico, o per quanti titoli di giornali il pubblico avesse letto su di lui in passato, quello che il film rivela è totalmente nuovo. E’ forte e commovente, e allo stesso tempo scioccante e pieno di sorprese. Il pubblico conoscerà da vicino un interprete di talento e uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi. Ma anche un uomo affascinante che ha condotto una vita straordinaria. Spero che la combinazione di questi elementi sia in grado di attrarre un pubblico vasto ed eterogeneo, che riesca a coinvolgere tutti, dai vecchi fan a coloro che non conoscono ancora la sua musica, fino a tutti coloro che semplicemente amano le storie importanti.

ERIC CLAPTON: LIFE IN 12 BARS
Una produzione Zanuck Company / Passion Pictures
Prodotto e diretto da Lili Fini Zanuck p. g. a
Prodotto e scritto da Scooter Weintraub & Larry Yelen
Prodotto da John Battsek p. g. a
Produttore esecutivo: Vinnie Malhotra
Montaggio: Chris king a. c. e. , Paul monaghan
Co-Produttore: George Chignell
Colonna sonora originale composta da Gustavo Santaolalla

Con
Eric Clapton, Sylvia Clapton, Ben Palmer, Chris Dreja, Jim McCarty, John Mayall Mike Vernon, Roger Waters, Hughie Flint, Tom Dowd, Duane Allman Ahmet Ertegan, Charlotte Martin, Pattie Boyd, Steve Winwood, Cathy James, Steve Turner, Jamie Oldaker, George Terry, Bobby Whitlock, B. B. King,

 

Wolfgang's