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Live in Venice: il più brutto (e controverso) concerto dei Pink Floyd

Il concerto dei Pink Floyd a Venezia, fu la penultima esibizione della band inglese durante la seconda tournée europea del “A Momentary Lapse of Reason Tour” del 1989.

L’evento fu gratuito e organizzato su un palco galleggiante il 15 luglio 1989 in occasione della tradizionale festa del Redentore alla presenza di circa 200.000 spettatori posizionati sulle rive e sulle imbarcazioni del bacino di San Marco. Il concerto venne trasmesso dalla Rai in mondovisione con un pubblico di circa 100 milioni di telespettatori.
La gestione complessiva del megaevento fu al centro di aspre polemiche sulla salvaguardia della città lagunare.

Inizialmente si pensò di allestire il palco, alto ventiquattro metri, sulla punta estrema dell’isola della Giudecca, ma poi per motivi di spazio fu deciso di impiegare alcune grandi zattere ormeggiate al centro del bacino di San Marco, di fronte al Palazzo Ducale.

Per motivi tecnici, dovuti alle esigenze televisive della diretta, alla disponibilità dei satelliti per la mondovisione e alla pubblicità, il concerto fu limitato a soli novanta minuti, con alcune canzoni tagliate o eliminate del tutto rispetto alla scaletta originale (furono suonate infatti solo quattordici canzoni anziché le ventitre previste nel tour).

“Lo spettacolo di Venezia è stato molto divertente, ma molto teso e snervante. Avevamo una durata specifica dello spettacolo da fare; la trasmissione via satellite ci ha obbligato ad avere un programma assolutamente preciso. Avevamo l’elenco delle canzoni e le avevamo accorciate, cosa che non avevamo mai fatto prima. Avevo un grande orologio digitale rosso sul pavimento di fronte a me e l’ora di inizio di ogni canzone scritta su un pezzo di carta. Se ci stavamo avvicinando all’ora di inizio della canzone successiva dovevo solo chiudere quella che stavamo suonando. Ci siamo divertiti molto, ma le autorità cittadine che avevano accettato di fornire i servizi di sicurezza, i servizi igienici e il cibo hanno completamente rinnegato tutto quello che dovevano fare e poi hanno cercato di incolpare noi di tutti i problemi successivi.”
(David Gilmour)

La notizia dell’evento, circolata all’inizio di aprile, scatenò nei tre mesi successivi un aspro dibattito polemico, riguardante in particolare il decoro della città e il timore che l’eccessivo volume della musica potesse danneggiare il patrimonio artistico della stessa: la soprintendenza ai beni culturali pose quindi un limite di sessanta decibel per non danneggiare i mosaici bizantini della basilica di San Marco (sebbene durante il concerto vennero registrati picchi anche di novantadue decibel) e vietò l’installazione dei bagni chimici temporanei per motivi estetici.

Le polemiche coinvolsero anche il mondo politico dove, da un lato, vi erano sostenitori dell’iniziativa come il vicepresidente del consiglio Gianni De Michelis (che voleva candidare Venezia quale sede per l’Expo 2000) e l’assessore alla cultura del Comune di Venezia, Nereo Laroni, e da un altro i contrari come esponenti della Democrazia Cristiana. L’amministrazione comunale rimase a lungo indecisa ma alla fine il vicesindaco Cesare De Piccoli firmò l’ordinanza che autorizzava il concerto (il sindaco Antonio Casellati si era infatti rifiutato di farlo), appena un’ora prima dell’inizio dell’evento e per motivi di ordine pubblico, dal momento che la città era stata ormai invasa da un immenso pubblico giunto fin dalla sera precedente grazie a treni speciali e voli charter provenienti da tutta Europa.

Il costo dell’evento fu finanziato per un miliardo di lire dalla Rai, che trasmise il concerto in mondovisione, incluse l’Unione Sovietica (in differita) e contemporaneamente nelle due Germanie; il resto delle spese (alcune centinaia di milioni di lire) furono coperte dai Pink Floyd stessi. Si stima che a livello mondiale il concerto sia stato seguito da 100 milioni di spettatori, di cui 27 milioni negli Stati Uniti (dove l’evento fu trasmesso via cavo al prezzo di dieci dollari). In Italia il concerto fu visto da oltre 3, 5 milioni di spettatori, con un indice d’ascolto del 30%.

I dischi dei Pink Floyd su Vinilica.it

Formazione
David Gilmour – voce principale, chitarra
Nick Mason – batteria, percussioni
Richard Wright – tastiere, voce
Jon Carin – tastiere, effetti sonori, voci
Tim Renwick – chitarre, corista
Guy Pratt – basso, voci
Scott Page – sassofono, chitarre aggiuntive
Gary Wallis – percussioni, tastiere, voci
Rachel Fury – corista
Durga McBroom – corista
Lorelei McBroom – corista

Scaletta
Shine On You Crazy Diamond (Part I) – solo intro
Learning to Fly
Yet Another Movie
Round and Around
Sorrow – accorciato
The Dogs of War
On the Turning Away
Time
The Great Gig in the Sky
Wish You Were Here
Money – accorciato
Another Brick in the Wall (Part 2)
Comfortably Numb
Run Like Hell

Il foto-reportage di Alcide Boaretto

Live in Venice: il più brutto (e controverso) concerto dei Pink Floyd

Concerto dei Pink Floyd a Venezia. (27 agosto 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 10 dicembre 2020, 15:59 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Concerto_dei_Pink_Floyd_a_Venezia&oldid=115169118.

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