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Rory Gallagher. Il bluesman bianco con la camicia a quadri

E’ in uscita per le edizioni Officina di Hank (26 maggio 2021) il volume “Rory Gallagher. Il bluesman bianco con la camicia a quadri” di Fabio Rossi.

Rory Gallagher, nonostante sia annoverato tra i chitarristi migliori del rock, viene inopinatamente relegato in secondo piano.
In realtà è stato un artista amatissimo in tutto il mondo, tuttora celebrato da una moltitudine di fan senza quell’eccessivo clamore tipico dello star system tanto osteggiato in vita dal “proletario irlandese”.
Questo libro è la prima biografia italiana su Rory e intende colmare un incomprensibile vuoto perché chi non l’ha mai ascoltato non conosce un segmento fondamentale della storia della musica moderna.

Acquista su Amazon:
Rory Gallagher. Il bluesman bianco con la camicia a quadri
di Fabio Rossi (Autore)
ASIN : B08WP374ZJ
Editore : Officina di Hank (26 maggio 2021)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 144 pagine
ISBN-13 : 979-1280133533

Rory Gallagher su Vinilica.it

I primi anni e i Taste

Iniziò a suonare la chitarra all’età di nove anni ispirato da grandi bluesman come Muddy Waters, Leadbelly e da musicisti folk come Woody Guthrie. Nella seconda metà degli anni sessanta Rory si trasferì a Londra dove diede vita ai Taste, con il bassista Eric Kitteringham e il batterista Norman Damery, entrambi provenienti dagli Axels, con i quali incise anche del materiale pubblicato solo successivamente in Tattoo. In seguito la formazione mutò con l’ingresso di Richard McCraken al basso e John Wilson alla batteria. Con la nuova band Rory incise tre album in studio e due dal vivo, tra cui una formidabile esibizione al Festival dell’Isola di Wight. I Taste, forti di un hard blues muscolare e grezzo (ne è un esempio la rilettura di Sugar Mama, da Taste), si avvicinarono ai grandi trii del momento come Jimi Hendrix Experience e Cream.
L’album On The Boards riuscì meglio del precedente e permise a Gallagher di spiccare come eccellente chitarrista, cantante acutissimo, autore dallo stile particolare, sassofonista e armonicista.
I Taste si sciolsero nel 1971 per volontà di Gallagher, deciso ad avviare quella che sarebbe divenuta poi una stupenda carriera solista. McCraken e Wilson crearono così gli Stud. Il primo dei due intraprese in seguito una buona carriera da sideman con Kevin Ayers, Medicine Head e altri, mentre del secondo si persero le tracce.

La carriera solista

Gallagher ingaggiò quindi il bassista Gerry Mc Avoy e il batterista Wilger Campbell ad affiancarlo, ed esordì con un buon album omonimo nel 1971, contenente Sinnerboy, proseguendo poi con l’ottimo Deuce, contenente alcuni classici come I’m Not Awake Yet, Used To Be, Don’t Know Where I’m Going e soprattutto Crest of a Wave.
Dopo un album dal vivo nel 1972, nel 1973 fu pubblicato Blueprint, album di buon successo nel quale figurano anche i nuovi musicisti Lou Martin alle tastiere e Rod De’Ath alla batteria.
Nello stesso anno uscì anche Tattoo, altro album di buon successo, nel quale la band si dilettò a sperimentare diversi stili, con eccellenti risultati. L’album presenta canzoni a sfondo R’n’B tinto di jazz (come They Don’t Make Them Like You Anymore), funk (Livin’ Like a Trucker), oltre a pezzi acustici (20:20 Vision, Who’s That Coming), ma anche heavy (la famosa Cradle Rock) e ad alcuni capolavori come Tatoo’d Lady e A Million MIles Away.
Nel ’74 venne pubblicato un altro album live, Irish Tour, giudicato quasi all’unanimità come il suo capolavoro e fu proprio per le sue funamboliche esibizioni dal vivo che Rory Gallagher assurse a idolo delle masse.
Nel 1975 uscì Against the Grain, un album hard rock intermezzato da alcuni splendidi pezzi acustici, tra cui la rilettura di Out on the Western Plain.
Nel 1976 incise “Calling Card”. Questo album si contraddistingue per essere uno degli album più eterogenei di Rory Gallagher, nel quale sfiora persino il jazz e, grazie all’amicizia con Roger Glover, arriva a sperimentare anche un sound simile a quello dei Deep Purple nella canzone Moonchild.
Dopo la pubblicazione del succitato album lasciarono la band Lou Martin e De’Ath, costringendo Gallagher a continuare con il solo batterista Ted McKenna.
Nel 1978 giunse quindi Photo-Finish, album che spazia tra molti generi e che sforna ottime canzoni come Shadow Play, Overnight Bag, Cruise On Out e Shin Kicker, tutte di carattere prevalentemente hard rock, pur essendo influenzate da altri generi: Cruise On Out contiene evidenti riferimenti al rock’n’roll. Fuel to the Fire, inoltre, ricorda molto A Million Miles Away.
Top Priority (1979) continua il discorso hard rock, così come l’ottimo live Stagestruck.
Jinx, del 1982, è un buon album, per il quale si aggiungono due nuovi elementi quali Dick Parry, sassofonista che ha contribuito anche a The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, e Brinsley Schwarz alle tastiere: tuttavia il sound, anche a causa della nascita del nuovo rock elettronico, risultò un po’ obsoleto e Gallagher decise di cercare di dare il meglio sul palco, dove ripropose il meglio del suo repertorio, riprendendo anche le canzoni dei Taste.
Dopo ben cinque anni Gallagher tornò in studio per incidere Defender, che evidenzia un forte ritorno al blues, così come l’album seguente, Fresh Evidence.

La morte e gli album postumi

Nel 1994, la dipendenza dagli alcolici lo costrinse a subire un trapianto di fegato che non ebbe però un buon esito. Rory Gallagher morì il 14 giugno del 1995 all’età di 47 anni in seguito a complicazioni dovute all’intervento. Il giorno della sua morte tutte le televisioni irlandesi interruppero i programmi, persino la BBC. I suoi funerali vennero trasmessi in diretta nazionale.
Nel 1996 fu pubblicato il primo album postumo, Blue Days for the Blues. Altre pubblicazioni postume sono BBC Sessions, che contiene registrazioni inedite sia dal vivo che in studio, e Wheels Within Wheels, pieno di outtakes e brani acustici eseguiti assieme a numerosi ospiti.

Rory Gallagher. Il bluesman bianco con la camicia a quadri

Rory Gallagher. (24 maggio 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 5 marzo 2021, 08:03 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Rory_Gallagher&oldid=113204630.

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